Le radici dei costituzionalisti italiani
Il Direttivo dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti, che ho l’onore di presiedere, ha promosso l’organizzazione di un ciclo di incontri seminariali sul pensiero dei maggiori costituzionalisti italiani del passato, da tenere con cadenza semestrale tranne che per l’anno in corso, di avvio dell’iniziativa, per il quale si è pensato a un solo seminario: quello modenese su Vittorio Emanuele Orlando. Né la scelta dello studioso né quella della sede sono state casuali: non quella dello studioso, per il peso che Orlando ha avuto nello sviluppo del diritto pubblico italiano; non quella della sede, per il legame privilegiato fra Orlando e l’Ateneo modenese. Siano grati all’Università di Modena per l’ospitalità ricevuta, tanto efficiente quanto affettuosa.
Il convincimento che ha mosso il Direttivo nel promuovere questi incontri è quello della necessità imprescindibile che la comunità dei costituzionalisti italiani, proprio in un momento nel quale l’attualità delle vicende politico-istituzionali, con le sue urgenze, spinge a occuparsi della contingenza, accompagni l’impegno civile con una rinnovata riflessione sulle proprie radici, sui Maestri che ne hanno tracciato il cammino proprio in quanto comunità di studiosi. Non sempre, nei recenti studi costituzionalistici, l’attenzione ai Grandi del passato è visibile; non sempre il confronto con il pensiero dei classici, sempre attuali e sempre da riscoprire (è questo – si sa – che rende “classico” un autore), è serrato. Abbiamo ritenuto, invece, che la memoria del passato andasse fermamente coltivata, perché nessuna analisi del presente è plausibile se non si misura con le ragioni storiche delle posizioni dottrinali, dei concetti, delle tradizioni di pensiero.
Nei prossimi anni di mandato dell’attuale Direttivo dell’AIC cercheremo di onorare l’impegno a tener vivo lo studio delle nostre radici: già oggi, però, possiamo registrare con soddisfazione il successo e l’alta qualità scientifica di questa prima iniziativa.
Il convincimento che ha mosso il Direttivo nel promuovere questi incontri è quello della necessità imprescindibile che la comunità dei costituzionalisti italiani, proprio in un momento nel quale l’attualità delle vicende politico-istituzionali, con le sue urgenze, spinge a occuparsi della contingenza, accompagni l’impegno civile con una rinnovata riflessione sulle proprie radici, sui Maestri che ne hanno tracciato il cammino proprio in quanto comunità di studiosi. Non sempre, nei recenti studi costituzionalistici, l’attenzione ai Grandi del passato è visibile; non sempre il confronto con il pensiero dei classici, sempre attuali e sempre da riscoprire (è questo – si sa – che rende “classico” un autore), è serrato. Abbiamo ritenuto, invece, che la memoria del passato andasse fermamente coltivata, perché nessuna analisi del presente è plausibile se non si misura con le ragioni storiche delle posizioni dottrinali, dei concetti, delle tradizioni di pensiero.
Nei prossimi anni di mandato dell’attuale Direttivo dell’AIC cercheremo di onorare l’impegno a tener vivo lo studio delle nostre radici: già oggi, però, possiamo registrare con soddisfazione il successo e l’alta qualità scientifica di questa prima iniziativa.
Massimo Luciani
Sapienza - Università di Roma
Sapienza - Università di Roma